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LA REPLICA DELL'ASSESSORE CLAUDIO PETRECCA AL CONSIGLIERE DI VITO

“Carneade! Chi era costui?”. Questa era la famosa domanda che rifletteva i pensieri di Don Abbondio, in apertura dell’ottavo capitolo dei Promessi Sposi. Parafrasandola, è diventata: “Di Vito, chi è costui? Un amministratore o un imprenditore” e io ho avuto la “colpa” di pronunciarla all’ultima assise consiliare.

Questo fatto ha contrariato l’amico Massimiliano e tanto mi dispiace. Non sono solito rispondere alle esternazioni, agli attacchi o alle provocazioni, esplicite e non, che mi vengono mosse a mezzo stampa. Ma in questa occasione derogo alle mie abitudini a beneficio della completa informazione della cittadinanza e voglio chiarire l’episodio. Ebbene, si è verificato che all’ultimo Consiglio Comunale, a seguito di una mozione promossa dal gruppo di Città Nuova, il consigliere Di Vito prendeva la parola per sollecitare la rimodulazione del finanziamento per la realizzazione del nuovo plesso scolastico, omettendo di considerare l’incidenza delle problematiche sottese che ostano ancora l’avvio immediato del progetto. A tale invito io rispondevo con la domanda che ha causato il diverbio e cioè: “A chi preme?Al consigliere di opposizione o all’imprenditore?”. Domanda pertinente se si considera che una nota ditta venafrana nel nome e nell’appartenenza, in un passato non troppo lontano, ha partecipato con solo altre tre imprese alla gara per l’appalto dei lavori di costruzione del plesso scolastico.
Questo è quanto. Evidentemente l’ex assessore è rimasto offeso e si è sentito attaccato (rectius: deriso), pensando che io avessi potuto insinuare il dubbio della presenza di un suo interesse privato di imprenditore nelle attività politiche. Ma così non è. Tutti operiamo solo per il bene della città: liberi professionisti, impiegati, imprenditori. È chiaro, però, che nel caso di questi ultimi vi è la possibilità di un conflitto di interessi e per il corretto funzionamento della macchina politica talvolta giova ricordarlo. Tuttavia, gli addebiti ed i meriti rispettivamente attribuiti dall’amico, in tutta onestà, sono immeritati. Le grandi opere citate ed i relativi finanziamenti non sono stati “portati a conclusione” dal consigliere, ma da chi, all’epoca dei rispettivi fatti, ha occupato il mio posto all’assessorato ai LL.PP. durante la reggenza dell’avv. Cotugno. Comunque, il consigliere ha dimenticato di annoverare nell’elenco delle grandi opere da ascrivere al Suo ingegno politico la riduzione dei marciapiedi di Via Maiella, con il correlato rifruire delle barriere architettoniche, e l’intervento di “risanamento” del fondo del nostro amato laghetto, che da quel momento è diventato uno stagno che il settore ambiente non riesce a bonificare dalle alghe.
Con questo chiudo, sperando di aver chiarito che con le mie parole non ho voluto né “intimorire”, né offendere l’amico Di Vito. Rifiuto, infine, il suo invito ad un pubblico dibattito televisivo. Il nostro confronto continuerà nella sala consiliare, perché questo è l’appropriato teatro dell’agone politico, io dal mio banco di assessore ai LL.PP., il consigliere Di Vito dal suo scranno di opposizione.

Venafro, 3 ottobre 2008
Claudio Petrecca

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