L'AMMINISTRAZIONE REPLICA ALLE INESATTEZZE DELLA STAMPA LOCALE
Al Direttore de “Il Quotidiano del Molise”
SEDE
Egregio Direttore, ancora una volta, l’ennesima, siamo costretti a chiederLe di “ospitare” sulla pagina di Venafro del Suo giornale una rettifica.
In particolare è intenzione dell’Amministrazione del Comune di Venafro, nell’esclusivo interesse dell’opinione pubblica, replicare alle inesattezze riportate nel brano a firma di Marco Fusco dal titolo “Buoni pasto, la rivolta delle mamme” pubblicato a pag. 14 nell’edizione del 25 u.s.
Orbene, l’estensore dell’articolo sostiene che il gestore del servizio mensa a disposizione dei giovani scolaretti venafrani avrebbe “da quest’anno, obbligato i genitori dei bambini a fare i versamenti presso gli sportelli bancari”.
È lampante la carenza di informazioni a disposizione del giornalista.
I buoni per usufruire del servizio mensa, sono reperibili sin dal 18 settembre 2006, quindi da oltre 2 anni, esclusivamente presso gli sportelli dell’agenzia di Venafro della Banca Popolare di Ancona, istituto di credito che gestisce il servizio di tesoreria del Comune.
Quando l’articolista scrive che le mamme hanno chiesto di ripristinare le modalità di pagamento in essere lo scorso anno, mente sapendo di mentire.
Negli anni scolastici 2006/2007 e 2007/2008 il sistema adottato dal Comune (e non dalla ditta) ha prodotto proficui risultati soprattutto in termini di praticità, risolvendo, inoltre, situazioni molto antipatiche che si erano verificate nel tempo.
Quando era in vigore il “vecchio” sistema, i genitori, o chi per loro, dovevano dapprima recarsi presso gli uffici preposti del Municipio per ritirare i modelli necessari al versamento. Venuti in possesso degli stessi, dovevano provvedere al pagamento presso gli uffici postali e poi tornare nuovamente in Comune per esibire la ricevuta e ritirare i buoni.
Oggi, ovvero dal settembre del 2006, è sufficiente andare presso la tesoreria del Comune (Banca Popolare di Ancona), versare il dovuto e ritirare i tickets, evitando il doppio passaggio con gli uffici comunali.
Il “vecchio” sistema, come detto, inoltre, aveva provocato anche circostanze sgradevoli, come la sottrazione impropria da parte di ignoti di alcuni blocchetti di buoni. Fatti, ovviamente, denunciati alle autorità competenti.
Per quel che concerne il presunto avviso affisso a scuola definito addirittura “minaccioso” dall’articolista, è necessario ribadire che, da informazioni assunte, trattasi di un normale messaggio circa le modalità di svolgimento del servizio.
È ovvio che chi non ha il buono non ha diritto al pasto. È altresì vero, tuttavia, che la responsabilità del “buon padre di famiglia” di cui sono dotati docenti e addetti al servizio ha sempre fatto si che anche agli scolaretti sprovvisti di ticket fosse servito il pranzo.
Detto ciò, l’Amministrazione si riserva ogni altra azione, anche legale, a tutela dei propri diritti.
Venafro, 26.9.08
Ufficio Stampa
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